Migrazione SEO, come farla correttamente?

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La migrazione SEO è una delle operazioni più delicate e complesse per chi lavora nel digital marketing. Richiede competenze tecniche specifiche per preservare la reputazione acquisita nel tempo e garantire che il traffico organico non subisca cali drastici dopo il rilascio della nuova versione di un sito web.

In questa guida, ti illustrerò tutti gli aspetti fondamentali della migrazione SEO e il metodo corretto per eseguirla senza intoppi. Iniziamo!

Cos’è la migrazione SEO e a cosa serve

La migrazione SEO consiste nell’insieme di pratiche necessarie per mantenere le performance organiche di un sito durante il passaggio a una nuova versione.

Questo processo è cruciale per chi decide di migliorare il proprio sito con modifiche sostanziali, evitando di compromettere il posizionamento acquisito nel tempo.

Un sito aggiornato e più performante può offrire enormi vantaggi, ma se la migrazione non viene gestita correttamente, il rischio è quello di perdere visibilità sui motori di ricerca, rendendo vani anni di lavoro SEO.

Le pagine di un sito guadagnano autorevolezza nel tempo, quindi è essenziale assicurarsi che il valore SEO accumulato venga trasferito alla nuova versione.

In questa guida, oltre alla procedura dettagliata, scoprirai gli errori più comuni da evitare.

Quando è necessaria una migrazione SEO

Ecco alcune situazioni in cui una migrazione SEO è indispensabile:

  • restyling grafico: se il sito subisce modifiche significative al layout e alla struttura delle pagine.
  • Cambio di dominio: quando un sito passa a un nuovo indirizzo web o vengono accorpati più domini.
  • Cambio di CMS: se si passa a una nuova piattaforma di gestione dei contenuti.
  • Passaggio da HTTP a HTTPS: in seguito all’attivazione di un certificato SSL.
  • Modifica dell’architettura del sito: ad esempio, con una ristrutturazione degli URL o delle categorie.
  • Unificazione delle versioni desktop e mobile: quando si adotta un approccio mobile-first.

Se rientri in uno di questi casi, questa guida ti aiuterà a gestire la migrazione SEO in modo efficace, evitando errori critici.

7 errori comuni da evitare durante la migrazione SEO

Gli errori durante la migrazione possono compromettere la visibilità del sito. Vediamo i più frequenti:

1. Robots.txt configurato in modo errato

Il file robots.txt deve essere impostato correttamente per consentire ai crawler di Google di accedere alle pagine essenziali. Un errore comune è l’utilizzo improprio del comando “disallow”, che potrebbe impedire l’indicizzazione di intere sezioni del sito.

2. Perdita di URL e metadati

Durante la migrazione, URL e metadati come title tag e meta description possono andare persi, compromettendo il posizionamento. Per evitarlo:

  • esegui una mappatura completa prima della migrazione.
  • Utilizza strumenti di scansione per conservare tutti i dati.
  • Prepara un backup del sito prima di iniziare.

3. Peggioramento della velocità del sito

Dopo la migrazione, monitora la velocità delle pagine con Google PageSpeed Insights. Un sito più lento può penalizzare l’esperienza utente e il ranking.

4. Link interni non aggiornati

Se gli URL cambiano, anche i link interni devono essere aggiornati. Link obsoleti possono ridurre la navigabilità e aumentare il tasso di abbandono.

5. Redirect non funzionanti o errati

Un piano di redirect 301 è essenziale per garantire la continuità del traffico. Assicurati che i reindirizzamenti siano pertinenti e non conducano tutti alla homepage.

6. Perdita di contenuti multimediali

Se cambi URL, verifica che immagini e video siano correttamente reindirizzati per evitare la perdita di traffico derivante dalla ricerca per immagini.

7. Problemi con CMS o hosting

Il cambio di CMS o hosting può causare problemi tecnici. Firewall mal configurati possono impedire a Google di scansionare il sito. Effettua test prima della migrazione per prevenire cali di traffico!

Procedura in 12 step per una migrazione SEO efficace

  1. Scansiona il sito attuale: mappa la struttura degli URL, le performance e i dati SEO attuali.
  2. Crea una mappa dei redirect: associa i vecchi URL ai nuovi.
  3. Elenca le pagine indicizzate: controlla su Google Search Console e Google Immagini.
  4. Monitora i backlink: assicurati di mantenere i link in ingresso più preziosi.
  5. Correggi errori preesistenti: risolvi eventuali problemi prima della migrazione.
  6. Ottimizza il nuovo sito: inserisci metadati e miglioramenti SEO prima del lancio.
  7. Genera una nuova sitemap.xml: aggiorna e invia la nuova sitemap a Google Search Console.
  8. Aggiorna il file robots.txt: verifica che tutte le risorse siano accessibili ai crawler.
  9. Avvia i redirect 301: implementa e testa i reindirizzamenti.
  10. Richiedi una nuova indicizzazione: usa Google Search Console per velocizzare il processo.
  11. Testa il sito dopo la migrazione: monitora i redirect e correggi eventuali errori.
  12. Controlla la velocità delle pagine: confronta le performance pre e post-migrazione.

Conclusione

La migrazione SEO è un’operazione complessa che, se mal gestita, può compromettere anni di lavoro. Ora hai tutti gli strumenti per affrontarla in modo strategico e minimizzare i rischi.

Se vuoi assicurarti una migrazione senza intoppi e preservare il tuo posizionamento, possiamo supportarti con la nostra esperienza.

Contattaci per una consulenza!

Irene Tempestini

Irene Tempestini

I have been working in the field of communication, on and offline, for over 15 years, embracing various nuances of the sector. I am a Senior SEO Copywriter, Journalist registered with the National Order of Journalists (professional card no. 140252), Media Manager, Press and PR Officer of Qreativa. My journey has never stopped. Continuously invest in training, to always stay at the top in the frenetic world of digital marketing.
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